i Prodotti

SELEZIONATI PER VOI

Tutti sono capaci di aprire un negozio.

Ma aprire una Bottega è una cosa diversa,

In una Bottega, come scriveva Gianni Rodari, devi vendere anche la speranza.

La speranza che i piccoli borghi tornino a vivere, la speranza che si possa tornare ad essere consumatori consapevoli, rispettosi della terra e del territorio.

Non puoi essere solo per fare una cosa coì grande, hai bisogno di quelli che ci credono come te. Quelli che allevano con etica, mettono le mani nella terra, rispettano le stagioni costruiscono bellezza. Quelli, insomma, che, come noi, ci mettono l’anima.

 

Per questo alla Bottega troverete:

I formaggi del Boscasso

Le verdure biologiche di Giulia di Cascina Colombara di Golferenzo e degli Orti Sociali di Voghera

La farina del mulino Bruciamonti di Santa Maria Della Versa e quelle di grani antichi di Terre Villane di Voghera

Il Riso Riserva San Massimo

Le marmellate degli Orti Sociali e di tanti altri piccoli creatori di dolcezze

Le giardiniere e tanti altri prodotti di Cascina Pizzavacca

La mostarda e i sughi dei F.lli Pavesi

Le mozzarelle di bufala di Bufalo Boutique

Le alici e il tonno di Menaica

La bottarga della cooperativa dei Pescatori di Orbetello

Gli aceti del Borgo del Balsamico

Il latte fresco e gli yogurt dell’azienda agriecola  Pievetta

L’olio EVO di Finigeto,

Lo zafferano di Sara di Rovescala

Le birre del micro birrificio Doppio Baffo di Chignolo

I salumi di Grossetti

Il Castelmagno d’alpeggio dell’azienda agricola La Meiro

Le provole delle Madonie dell’azienda agricola Barreca

Il pecorino di Carmasciano di Giuseppe Flammia

Il Parmigiano reggiano delle Vacche Rosse

I Ceci di Cicerale

I vini delle cantine d’eccellenza d’oltrepo’

La gastronomia preparata dalla Corte del Lupo.
E poi i capolavori di Archie and me, la lavanda di Lidia di Pizzofreddo, i prodotti di bellezza di Alessandra di Fortunago, i saponi fatti a mano da Maurizia, il miele del Fiordenzo… e tante altre piccole cose che fanno la differenza.
Perché, in fondo, come sempre, l’ingrediente segreto é l’amore.

la nostra Selezione di prodotti genuini

UNA STORIA PER OGNI PRODOTTO

Alici di Menaica

Alla Bottega potete trovare le alici di Menaica, le più buone del modo. Buone in senso gastronomico, ma soprattutto buone perché pescate in modo ecocompatibile. Il rito della pesca delle menaiche, praticato, ormai, solo da una piccola flotta di gozzi di Marina di Pisciotta, risale all’epoca classica e si è mantenuto inalterato nei secoli. Di notte, alla luce delle stelle e della luna, quando il mare è molto calmo, i pescatori escono in gozzo e gettano a mare delle reti artigianali, dette per l’appunto “menaiche”, la cui foggia particolare fa sì che vengano catturate solo le alici più grandi. I pescatori ritirano a mano la rete in superficie ed estraggono ad uno ad uno i pesci. Le alici vengono immediatamente lavorate, prima lavandole nella salamoia, e poi sistemate nei tradizionali vasetti di terracotta, alternate con con strati di sale marino artigianale di Trapani. La stagionatura avviene nei cosiddetti magazzeni, locali freschi e umidi, ed ha una durata di tre mesi. Come tutti i presidi Slow Food non sono solo cibo, ma sono il racconto di una storia che parla di amore, fatica, sostenibilità e rispetto della tradizione.

Provole delle Madonie

Oggi sono arrivate le Provole delle Madonie. Ce le ha mandate la signora Alda da Geraci Siculo. Non sappiamo nemmeno dove sia esattamente Geraci Siculo, ma ci piace immaginare che la signora Alda, dalla sua finestra veda l’Etna, giù in fondo, in fondo, dopo i pascoli e i boschi. Per ora é arrivata solo la provola fresca, perché se la vuoi affumicata devono accendere il fuoco e farci bruciare i rami di alloro e la paglia e aspettare. E se la vuoi stagionata te ne mettono un po’ di quelle fresche in una grotta e poi la lasciano lì 60 giorni, che ci vuole pazienza per le cose buone. Ora a noi questa cosa della signora Alda e delle sue sorelle che allevano vacche brune per fare le provole secondo tradizione in mezzo ai monti Nebrodi e le mandano a noi, che abbiamo aperto una bottega a Golferenzo, ci é sembrata più poetica di un verso di Dante. E ci ha fatto ricordare quanto é bello vivere in un paese come l’Italia. Perché ci sono le donne come Alda che ti insegnano che un altro modo di pensare il cibo e l’allevamento é possibile. E perché ci sono i sognatori come noi che riaprono le botteghe per raccontarvi storie come questa.

Ceci di Cicerale

La storia dei Ceci di Cicerale é proprio una di quelle che meritano di essere raccontate.
Non é un cibo “di moda’, ma in un passato neanche troppo lontano, quando tornavi distrutto dopo una giornata nei campi, sul tavolo ad aspettarti trovavi solo una ” zuppatiella di cece”, le proteine dei poveri. Ci sono campate intere famiglie a pane e ceci. A Cicerale, nel Cilento, questi legumi erano così importanti che persino il nome del paese deriva da loro. Ora sono rimasti solo in cinque ad occuparsi dei Ceci sulle colline di Cicerale. Perché sono piccoli, rugosi, il mercato non li vuole i legumi piccini, meglio quelli grossi, perfettamente tondi e senza sapore. Magari OGM, non importa. E la raccolta a fine luglio ti ammazza. Fa un caldo torrido d’estate e bisogna raccogliere a mano, stendere le piantine sui sacchi di iuta e batterle con dei grossi bastoni di legno. Non si può mica usare la trebbiatrice se non sei in pianura. A noi é sembrato un privilegio poterli vendere. E siccome Claudio,che li coltiva, ha nella voce tutta la gentilezza e il calore della gente del sud, gli abbiamo comprato anche i fichi bianchi secchi al cioccolato e le anarene sciroppate. Insomma dovete proprio venire in Bottega ad assaggiare tutto uno di questi giorni.