il sogno

LA BOTTEGA DEL LINO

Dopo quarant’anni Golferenzo ha riavuto il suo negozio.

Di tutte le cose incredibili che stiamo facendo in questo borgo, questa è quella che più ci rende orgogliosi. Perché un paese non può rinascere davvero senza una Bottega.

Senza il profumo del pane al mattino, i salumi affettati con cura, il latte fresco da comprare sulla strada che ti riporta a casa, la piccola spesa, pretesto per fare due chiacchiere, ” Forse oggi pioverá”, “Com’é andata la vendemmia?”, “È’t vist s’là cumbinà al fiö ad la pustèna? La Mariuccia ne sarebbe così fiera”…
Una bottega è come un cuore che torna a battere.

Una Bottega non è un progetto, i progetti sono cose un po’ fredde, numeri, business plan, cose insomma che si fanno con la testa e credeteci, se avessimo guardato solo i numeri non avremmo fatto niente di tutto questo.

Una bottega è un sogno, il nostro si è realizzato.

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LA NOSTRA STORIA

Un borgo non rinasce se dimentica la propria storia, per questo abbiamo aperto la Bottega all’interno di una casa che di storia ne ha proprio tanta.

L’abbiamo chiamata bottega del Lino perché fra quelle mura ha vissuto il signor Lino, il postino del paese.

Faceva il postino perché suo padre lo aveva fatto prima di lui. Così andavano le cose quando si scrivevano ancora lettere d’amore.

La vita delle persone era scandita da quello che il Lino aveva nella sua borsa.

Camminava per chilometri per portare le notizie anche alle cascine più lontane.

Era un uomo mite e gentile e ce lo immaginiamo col groppo in gola prima di bussare a consegnare un telegramma di condoglianze oppure sorridente con in mano una cartolina mandata da qualche parente ricco che aveva visto il mare. Dall’altra parte della porta, chiunque aprisse gli diceva “entra dai, siediti che ti offro qualcosa”, che mica c’era fretta ai tempi del Lino

Perché vi abbiamo raccontato queste cose?

Perchè vorremmo che, quando ci venite a trovare in bottega, riusciste a respirare un po’ dell’atmosfera degli anni in cui un paese era una comunità, la spesa di faceva con calma, il cibo non aveva tutto lo stesso sapore e bastava davvero poco per essere felici.